“N”UOVO MONDO

AA.VV.

“N” Uovo Mondo è il riverbero di varie sfaccettature del nostro presente, una mostra ben amalgamata negli spazi di una location dalle caratteristiche uniche.

L’uovo è simbolo dell’origine primordiale del Mondo, nelle varie mitologie e religioni è archetipo di Vita, Rinascita e Resurrezione.

Riccardo Gusmaroli ne utilizza l’involucro, plasmandolo in modo ironico o sacro, omaggiando i grandi maestri dell’arte e i valori della famiglia. Del noto artista milanese saranno esposte opere iconiche del suo lavoro, la ricerca incentrata sull’impulso dell’uomo verso l’esplorazione di nuovi territori, idealmente rappresentato come un vagabondare ellittico e spiraliforme nei meandri dell’immaginazione e della psiche, tramite le barchette di carta che, oltre ad esserne gli elementi costitutivi, diventano metafore, moltiplicate all’infinito, del desiderio a sconfinare oltre la bidimensionalità della tela.

In omaggio alla città il maestro Rodolfo Viola ritrae il Duomo, allegerendo la sua imponenza con il segno unico che lo contraddistingue. In mostra l’opera scelta per la celebrazione del sesto centenario della Veneranda Fabbrica del Duomo.
Il coreano Chan Hyo Bae con la serie “Existing in Costume” sperimenta il pregiudizio razziale che lo ha costretto a considerare l’ideologia centrica occidentale che cerca di collocare un uomo come lui come “altro”. Lo descrive come il bisogno occidentale di “ escludere e diminuire le differenza”. Questo senso di “estraneità” è diventato una parte fondamentale del suo lavoro, così come la sua esplorazione della propria identità.

Di un altro noto artista milanese la serie “Jap Bar Code”, dove Giuseppe Mastromatteo concentra la sua attenzione sulla mercificazione del corpo femminile.
Mario Battimiello con i suoi ritratti e Alessandro Antonucci occupano altri spazi del locale. Quest’ultimo in particolare, conosciuto per le sue opere astratte, ricerca la forma attraverso la sottrazione, cancellando l’identità ai suoi soggetti senza privarli della loro grazia.
Gli scultori Dario Goldaniga e Francesco Di Luca, permanenti nel ristorante, affrontano i temi della fragilità umana e della ricostruzione. Le figure magmatiche del primo e le “corazze” umane del secondo, simboleggiano le cicatrici fisiche ed intellettuali che accompagnano l’essere umano.
Tra questi ultimi, sempre presente il maestro Nicola Mirenda con le sue  eleganti e particolari  ceramiche rappresentative dei personaggi della mitologia greca.